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Carenza di Vitamina D ? Ecco perché correre subito ai ripari!

La scienza afferma che la vitamina D offre molti benefici per la salute sia fisica che mentale

La durata dell’inverno limita l’esposizione alla luce solare a soli sei mesi l’anno. Durante quest’arco di tempo, la soluzione migliore sarebbe la luce artificiale: l’esposizione ai raggi UV sembra infatti avere molti benefici per la salute.

Lampade sì o lampade no?

Uno degli elementi più dannosi dei lettini abbronzanti standard sono i reattori magnetici (che emettono quel forte ronzio che si sente in molti centri d’abbronzatura). Se nel salone viene utilizzato un alimentatore elettronico, i campi elettromagnetici (responsabili della la maggior parte dei danni causati dai lettini abbronzanti) sono ridotti di molto.

Ulteriori preoccupazioni sono legate alle lampade utilizzate. Alcune lampade emettono solo raggi UVA, principali responsabili dell’abbronzatura, ma non contribuiscono ad aumentare i livelli di vitamina D. Per gran parte dell’emisfero settentrionale, la produzione di vitamina D non è possibile durante i mesi invernali, è necessario dunque ricorrere all’utilizzo della luce UVB artificiale, o assumere la vitamina D attraverso una dieta corretta.

Nonostante il suo nome, la vitamina D non è una vitamina ma potente ormone steroideo, e questo aiuta a spiegare alcuni dei suoi effetti sulla salute.

E’ ormai chiaro che la carenza di vitamina D riguarda diversi paesi in tutto il mondo, e potrebbe essere la causa di centinaia tra i problemi di salute più comuni. Secondo recenti studi, correggendo la nostra carenza di vitamina D, si potrebbe ridurre il rischio di morte del 50%.

Troppo incredibile per essere vero? Considerate che la vitamina D influenza quasi 3.000 dei 24.000 geni presenti del nostro corpo.

La vitamina D influisce sull’attività dei geni

La vitamina D potrebbe essere definita un “nutriente miracoloso” per il sistema immunitario, in quanto stimola la produzione di oltre 200 peptidi antimicrobici, il più importante dei quali è il cathelicidin, un potente antibiotico naturale ad ampio spettro.

Questa è una delle spiegazioni del motivo per cui la vitamina D è così efficace contro il raffreddore e l’influenza.

Secondo un comunicato stampa dell’ “Orthomolecular Medicine”, del gennaio 2013 , sono ben 33.800 i documenti medici che riportano “vitamina D” nel titolo, e questo dimostra il ruolo riconosciuto alla vitamina D per la salute complessiva del nostro organismo. Tale ricerca ha infatti dimostrato che la vitamina D può migliorare:

– gli esiti della gravidanza (riduzione del rischio di taglio cesareo e pre-eclampsia)
– il diabete di tipo 1 e 2
– le malattie cardiache e l’ictus
-l’autismo, il morbo di Alzheimer e le altre disfunzioni cerebrali
-le infezioni batteriche e virali

Alcuni studi di recente pubblicazione dimostrano inoltre come l’incremento dei livelli di vitamina D migliori la depressione, il dolore nei pazienti diabetici, il morbo di Crohn ed il cancro al seno.

L’importanza della vitamina D nella malattia di Crohn

Mentre ricerche precedenti avevano associato bassi livelli di vitamina D ad un aumento del rischio di malattia di Crohn, studi più recenti hanno invece trovato una “significativa interazione tra livelli di vitamina D e la malattia di Crohn, così come una significativa associazione tra i livelli di vitamina D ed il genotipo”.

Nello specifico sono stati riscontrati livelli di vitamina D significativamente più bassi nei pazienti con malattia di Crohn. Inoltre, è stato dimostrato che la vitamina D può influenzare l’espressione genetica associata alla malattia di Crohn, e rendere la situazione migliore o peggiore, a seconda dei livelli di vitamina D presenti nel corpo.

La vitamina D può ridurre depressione e dolore

L’integrazione di vitamina D ha un ruolo fondamentale anche nel ridurre la depressione ed il dolore in donne con diabete di tipo 2.

Lo dimostra uno studio condotto su un campione di donne con dolore neuropatico, come bruciore a gambe e piedi, o dolore sensoriale, come intorpidimento e formicolio a mani, dita e gambe. carenza di vitamina d

Nel corso dello studio, le partecipanti hanno assunto un integratore da 50.000 UI di vitamina D2 ogni settimana per 6 mesi. Al termine di questo periodo i livelli di depressione delle partecipanti era significativamente migliorato in seguito al supplemento dietetico, e le pazienti con dolore neuropatico e / o dolore sensoriale, hanno riferito una significativa diminuzione dei sintomi.

Vitamina D3 o D2?

Un’analisi del Cochrane Database (2015) ha confrontato il tasso di mortalità su un campione di 94.000 persone che hanno completato la loro dieta con l’assunzione di vitamina D2, rispetto a coloro che hanno assunto vitamina D3: vi sono significative differenze tra i due gruppi. Nello specifico l’analisi ha dimostrato: carenza di vitamina d

– Una riduzione del 6% del rischio tra coloro che hanno utilizzato la vitamina D3
– Un aumento del 2% del rischio tra coloro che hanno utilizzato D2.

Tale ricerca mette sicuramente in luce il ruolo della vitamina D nella gestione del diabete di tipo 2 e degli effetti collaterali associati. Se si considera che circa il 60 per cento dei diabetici di tipo 2 sono carenti di vitamina D, c’è sicuramente un ampio margine di miglioramento.

La vitamina D è fondamentale per la prevenzione del cancro

Un numero sempre crescente di studi dimostrano che la vitamina D ha effetti protettivi contro una varietà di diversi tipi di cancro, tra cui al pancreas, al polmone, all’ovaio, alla mammella, alla prostata ed di tumori della pelle. Le teorie che collegano la carenza di vitamina D al cancro sono stati testate e confermate da più di 200 studi epidemiologici, e la prova della sua base fisiologica nasce da più di 2.500 prove di laboratorio.

Una ricerca pubblicata sul “Journal of Cancer” ha rilevato che anche un piccolo aumento del livello di vitamina D nel sangue è stato associato ad una riduzione del 15 per cento del rischio d’incidenza del cancro e una riduzione dell’11 per cento di incidenza del cancro al seno.

Cosa fare in caso di carenza di vitamina D ?

Quando possibile, è dunque vivamente consigliato incrementare i livelli di vitamina D attraverso un’appropriata esposizione al sole. Se si opta per un supplemento di vitamina D, è necessario anche aumentare l’assunzione di vitamina K2 attraverso il cibo e / o un integratore.

Come conoscere il proprio valore di vitamina D nel sangue?

Il metodo più importante è per determinare il livello di vitamina D è effettuare le analisi del sangue ogni sei mesi, dato che i valori variano molto a seconda dell’esposizione ai raggi ultravioletti e dell’assunzione per via orale. L’ obiettivo è quello di raggiungere un livello di 50-70 ng / ml. Si consiglia di effettuare il test in corrispondenza del punto più alto, che in genere è agosto, e di nuovo nel punto solitamente più basso, che di solito è febbraio. Conoscere il proprio livello di vitamina D è uno dei gesti di prevenzione più importanti per la nostra salute. Perchè non cominciare sin da ora?

Fonte: National Cancer Institute