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Coronavirus: quali sono le Emozioni che genera e i Consigli per Affrontarla al Meglio
Consigli Pratici per la Popolazione – per Grandi e Piccini –

A cura della Dott.ssa Sara Muzio
Psicologa Clinica e dell’Età dello Sviluppo
Terapeuta EMDR del Gruppo MEDELIT

Nel giro di poche settimane le nostre vite e le nostre abitudini sono cambiate. Ci è stato chiesto di modificare la normale routine: dall’andare al lavoro o a scuola, dal praticare sport e stare insieme ad amici e famigliari al rimanere a casa; siamo costretti nelle nostre mura domestiche e dobbiamo riorganizzare la nostra vita. È un evento che suscita diverse emozioni, in primis la paura.

Avere paura è normale, è unemozione fondamentale per la nostra sopravvivenza che ci permette di intuire i pericoli e metterci in salvo dai rischi. Se diviene eccessiva tuttavia si trasforma in angoscia, paralizzandoci. Essere tolleranti verso queste forti emozioni, pensare che non capitano solo a noi può essere una strategia che ci alleggerisce e ci fa sentire meno soli. Ciò non impedirà di provare stress, ma potrà aiutarci a ridurlo, contenerlo e limitarne gli effetti, permettendoci di affrontare al meglio lemergenza che stiamo vivendo.

La paura, insieme ad altre sensazioni, come l’impotenza, la mancanza di controllo e il senso di colpa (posso mettere a rischio la mia famiglia) vengono vissute da tutte le persone in questo momento, sia dalle vittime che dagli operatori sanitari e da chi è a casa in salute.

Ciò che è importante è che si abbia la possibilità di esprimere le proprie emozioni, di parlarne con amici, parenti, colleghi, con qualcuno di fidato che ci faccia sentire meno soli.

È una situazione di crisi collettiva, che coinvolge non il solo singolo individuo o la propria famiglia, ma anche la comunità in cui si vive, la propria regione, nazione e in maniera più ampia il mondo. Le risposte iniziali sono state di freezing (immobilità) e di negazione, per poi farsi prendere dalla disperazione, dal panico (attacco ai supermercati, fuga al sud) e dalla rabbia (necessità di trovare qualcuno da incolpare). Si sta vivendo un trauma collettivo che avrà ripercussioni anche in seguito e per questo è importante intervenire già da adesso.

Attualmente il tempo è dilatato, non più scandito dai ritmi della quotidianità e questo fattore, se durante i periodi di ferie è funzionale per rilassarsi ed è tollerabile, in questo momento lo si sta subendo. Il rischio è che questa nuova condizione possa diventare confusiva e sollecitare irritazione proprio perché la nostra routine alterata ci ha fatto perdere la nostra organizzazione interna ed esterna. È importante più che mai allenare un senso di sicurezza che ha come obiettivo il prenderci cura di noi stessi e delle persone che amiamo, in una condizione emotiva in cui non siamo troppo aggressivi.

Consigli per la popolazione

1) Attingere solo da fonti ufficiali e limitare il numero di informazioni che si cercano durante la giornata

2) Seguire i consigli sulle norme di igiene indicate dal Ministero della Salute:

http://www.salute.gov.it/nuovocoronavirus

3) Nonostante le limitazioni imposte é importante mantenere le proprie abitudini, laddove possibile. Trovate delle attività che aiutino a tenere occupati mente e corpo: scaricare le tensioni attraverso il fare” permette anche un migliore riposo notturno

4) Ricordare di prendersi cura di sé: mangiare in modo sano e bere molta acqua (frutta e verdura sono alimenti rafforzativi del sistema immunitario)

5) Rimanere in contatto con familiari e amici attraverso le tecnologie (é importante condividere le nostre emozioni con amici e persone che ci possono supportare)

5) Distrarsi ed uscire dal loop di discorsi angoscianti e catastrofisti, concentrarsi su cose che creano interesse e ci soddisfano rinforza le emozioni positive

Come comportarsi con i nostri figli?

I bambini sono molto attenti a ció che succede attorno a loro, per questo non si deve cercare di nasconderlo, ma bisogna parlare con loro in modo diretto, dicendo la VERITÀ.

Nei giorni precedenti sono stati creati dei piccoli libri che possono essere d’aiuto nel raccontare quanto accaduto, ad esempio “Storia di un coronavirus” creato da Regione Lombardia e Fondazione IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico; il racconto naturalmente va modulato a seconda dell’età del bambino; come bisogna stare attenti alle notizie televisive e via web a cui sono sottoposti e condividere con loro i momenti in cui si sentono le notizie.

  Rassicurare i bambini portando l’attenzione sui diversi sintomi anche più leggeri, quali tosse e febbre e spiegare che i bambini riescono a combatterlo molto bene, e che spesso non si accorgono neanche di averlo preso.

  • Evidenziare che in tutto il mondo ci sono molte persone impegnate a trovare una cura.

Questi aspetti possono avere un effetto positivo solo se ciò che viene raccontato è descritto con un tono emotivo tale da DARE SICUREZZA. Un bambino per sentirsi al sicuro ha bisogno di un adulto che gli trasmetta questa sensazione attraverso sia le parole che le azioni. I bambini notano subito le incongruenze e queste possono generare confusione e preoccupazione.

Un dialogo di questo tipo può portare a delle domande nei vostri bambini e questo vuol dire che dovete essere pronti a dare risposte sincere e chiare: chiedete loro direttamente come si sentono in questa situazione e non abbiate timore ad esprimere le vostre emozioni, ammettendo anche la vostra preoccupazione (se siete preoccupati), ma sottolineando la fiducia che presto le cose potranno andare meglio, anche grazie ai comportamenti che gli stessi bambini possono mettere in atto. In questo modo li renderete protagonisti attivi alla sconfitta del Coronavirus.

Probabilmente la domanda più temuta che possono farvi è sul rischio mortalità. Valgono anche qui le indicazioni date precedentemente: essere sinceri e spiegare loro questa possibilità in modo semplice, senza troppi giri di parole, riportando infine l’attenzione sul fatto che ci sono molti medici, infermieri e scienziati che fanno di tutto per evitare che ció accada.

Questo momento di pausa forzata ha fatto riportare l’attenzione sul bello di potersi concedere del tempo per sé e per la propria famiglia. Momenti che spesso durante l’anno vengono posticipati o ignorati a causa della frenesia lavorativa. Assecondando le passioni dei bambini si possono proporre diverse attività di disegno o costruzione con materiali di recupero, passando il tempo insieme in modo originale ed evitando un utilizzo smodato della televisione.

  • I bambini devono poter continuare a fare le cose da bambini: giocare, parlare di cose divertenti, fare i compiti e imparare cose nuove. È consigliabile pensare a delle attività predefinite con i bambini, ma senza essere eccessivamente rigidi nella programmazione; bisogna comunque rispettare la loro spontaneità e la loro predisposizione a fare un’attività piuttosto che un’altra momento per momento.
  • È importante anche che vi siano dei momenti dedicati ad attività  individuali. Il giocare da soli è una competenza che si sviluppa durante il processo evolutivo e voi genitori potete predisporre il luogo adatto e i materiali, in base all’età, su una zona controllabile da voi a vista in base al momento della giornata o ad altri vostri impegni lavorativi/domestici. Il gioco da soli sviluppa anche l’autonomia dei bambini e risorse cognitive come mantenimento dell’attenzione ed inizio strategie di coping. Inoltre da a voi genitori la possibilità di avere dei momenti per sé.

Per quanto riguarda gli adolescenti il discorso é un po differente, in quanto hanno una diversa percezione del pericolo e una maggiore autonomia nel recuperare le informazioni; é bene dunque aprire un dialogo e dar loro gli strumenti/fonti di informazione sicura da cui trarre notizie veritiere. In questo momento bisogna cercare di responsabilizzarli sull’importanza di rinunciare alle uscite di gruppo, soprattutto per preservare le persone piú anziane e piú fragili che sono intorno a loro. I ragazzi hanno diversi strumenti di comunicazione che utilizzano tutti i giorni e questo può farli sentire meno isolati; la loro competenza digitale può diventare una risorsa utile a tutta la famiglia. 

Ultimo, ma non meno importante: Perché è importante supportare chi supporta?

Assicurarsi in questa situazione che gli operatori abbiano a loro volta un supporto è fondamentale in quanto le persone che lavorano quotidianamente a contatto con la sofferenza, nonostante tendano a sviluppare un’alta  soglia di tolleranza agli eventi traumatici, possono sviluppare quella che si definisce una TRAUMATIZZAZIONE VICARIA (un trauma derivante dalla relazione con la persona traumatizzata che porta a sviluppare disturbi psicopatologici a breve o a lungo termine). Questa avviene in quanto vi può essere un’identificazione emotiva con la vittima, con il rischio di sperimentare gli estremi della rabbia, fare esperienza del dolore profondo e avere l’impulso ad assumere il ruolo del “salvatore”.

Qualche suggerimento per chi in questo momento è in prima linea

Cosa fare

Essere PROATTIVI: 

• Focus sugli aspetti oggettivi ma POSITIVI: fornire dati e percentuali sui soggetti guariti, su quelli che non necessitano di unospedalizzazione, sugli asintomatici, sulla percentuale dei cittadini non contagiati nella propria città;

• Essere empatici, i pazienti hanno diritto ad avere paura, provare rabbia e frustrazione per la situazione attuale;

• Rendere ATTIVI i pazienti in senso costruttivo e positivo. Dare consigli sulle iniziative  presenti nel quartiere o spiegare le possibilità di intrattenimento online e di contatto tramite videochiamate con familiari e amici. Sottolineare che guardare la TV tutto il giorno non giova alle loro emozioni;

• Nessuno è un SUPEREROE. Se si perde la pazienza, si risponde bruscamente all’ennesima domanda sul Coronavirus, si può rimediare. Appena ci si calma si torna dal paziente chiedendogli scusa e spiegando la situazione e la pressione a cui si è sottoposti, ma sottolineando anche che la priorità sono proprio i pazienti;

• Essere TRASPARENTI e ONESTI.

Cosa NON fare:

Non essere REATTIVI:

• I pazienti hanno bisogno di capire e di avere le informazioni corrette. Far finta di nulla” e aspettare che il paziente rivolga domande specifiche o essere frettolosi nella interazione col paziente per evitare le domande sul Coronavirus è una strategia che a medio-lungo termine non ha alcuna efficacia. Essere reattivi aumenta lo stress delloperatore sanitario che si sente rincorso” da tante richieste;

• Non mettere il focus sugli aspetti NEGATIVI;

• Non creare DISTANZA col paziente. Non usare tecnicismi, spiegare bene e con termini adatti al livello culturale del paziente. I tecnicismi aumentano la paura;

• Non DELEGITTIMARE le emozioni dei pazienti;

• Non MINIMIZZARE la realtà.