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Riabilitazione Neurologica: a Cosa Serve La Terapia Occupazionale?

Articolo a cura della Dott.ssa Giulia Mayer – Terapista Occupazionale del Team MEDELIT Roma

La terapia occupazionale è una forma di riabilitazione che si prefigge l’obiettivo del raggiungimento del massimo grado di autonomia possibile.

Si rivolge, infatti, a tante e diverse forme di patologie disabilitanti che provocano una riduzione delle capacità motorie, cognitive o comportamentali.

Non è, quindi, una terapia che si sofferma sul recupero muscolare in senso stretto ma che prende in considerazione il recupero del ‘fare’.

In un certo senso, si potrebbe pensare ad essa come ad una terapia funzionale.

A quali tipologia di pazienti si rivolge?

Tutto ciò diventa più chiaro se si pensa al paziente neurologico, uno dei campi in cui la terapia occupazionale è indispensabile.

Per deficit neurologico si intende una qualunque lesione del sistema nervoso centrale:

  • ictus e conseguenti emiplegie/emiparesi
  • malattia di Parkinson
  • sclerosi multipla
  • atassie cerebellari
  • malattie neoplastiche cerebrali
  • patologie rare come la neuroacantocitosi.

In questo tipo di patologie, il paziente non ha un problema ai muscoli, alle articolazioni o ai legamenti (quantomeno in origine) ma un deficit di genesi o trasmissione dell’impulso nervoso.

Per farla semplice, quell’arto non si muove non perchè il muscolo non sia in grado, ma perchè il cervello non sa più come dirgli di muoversi.

Diventa chiaro, quindi, che in campo neurologico non ci si può limitare ad un recupero delle strutture muscolari: diventa necessario re-insegnare i movimenti funzionali che utilizziamo quotidianamente.

È questo è proprio il ruolo principale del Terapista Occupazionale.

La formazione

Il Terapista Occupazionale viene formato con un Corso di Laurea triennale nella facoltà di Medicina e, successivamente, può accedere a diversi corsi di formazione post-laurea accreditati per completare e specializzare la propria formazione in un campo o in un’altro.

Nonostante il primo semestre del CdL sia in comune con i Fisioterapisti, successivamente i due corsi si distinguono in base alle carattaristiche professionali. La Terapia Occupazionale, infatti, ha un particolare focus (oltre che su quanto detto in precedenza) su:

  • conoscenza, gestione e scelta degli ausili adeguati per il paziente (come ad es. la carrozzina, ma anche dispostivi di comunicazione aumentativa alternativa)
  • conoscenza, gestione e scelta dei tutori che vengono indossati per il miglioramento di una funzione (come ad es. un tutore che limiti l’iperestensione di ginocchio)
  • riabilitazione (in campo neurologico ed ortopedico) dell’arto superiore, in quanto principale organo effettore del ‘fare’

Obiettivi di un progetto riabilitativo

Nonostante ogni intervento sarà necessariamente personalizzato di volta in volta in base alle esigenze personali e familiari, alle abilità motorie residue e al tipo di patologia, ecco alcuni esempi di possibili obiettivi e tecniche per un progetto di Terapia Occupazionale:

  • Recupero dell’uso funzionale degli arti superiori (prensione, manipolazione, uso in attività bimanuali, manualità fine…)
  • Implementazione delle autonomie quotidiane (vestirsi, lavarsi, alimentarsi, cucinare…)
  • Recupero della postura corretta e necessaria allo svolgimento di attività
  • Utilizzo corretto di ausili e ortesi, compresi ausili tecnologici e di comunicazione aumentativa
  • Svolgimento sicuro dei passaggi posturali (alzarsi da seduti, da sdraiati, girarsi sul fianco…)
  • Addestramento alla gestione del paziente delle principali figure caregiver (familiari, badanti…)
  • Recupero o mantenimento delle abilità cognitive (memoria, concentrazione, attenzione…)
  • Deambulazione sicura con e senza ausili, in ambiente intra ed extra-domiciliare
  • Utilizzo del taping neuromuscolare per la stimolazione di funzione e stabilizzazione articolare

In conclusione

 

Tanti possono essere gli interventi effettuati su un paziente neurologico, già durante la prima ospedalizzazione e certamente durante e successivamente al primo rientro a domicilio.
Ma per una vera efficacia riabilitativa bisogna considerare la riabilitazione come recupero globale della persona, comprendendo tutte le funzioni di cui è composta.